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mercoledì 28 ottobre 2009

Laddove la Ragione fallisce - Parte Seconda



Come introdotto nel precedente post, analizziamo l'impatto della religione su alcuni concetti, tra i quali i diritti fondamentali dell'uomo: partiamo dalla Libertà.
Spesso la religione parla di libertà, ma lo fa in modo piuttosto ambiguo. Voglio però fugare subito il dubbio: libertà per me non significa anarchia; per chi scrive è assai chiara la differenza ,come del resto non ha dubbi sul fatto che occorrono leggi chiare alle quali tutti , per il bene comune, devono sottomettersi. Qui sta per me la chiave di volta: riconoscendo la necessità del genere umano di doversi autoregolare, trovo assurdo che si adottino leggi e morali di presunta origine divina, che essendo per loro definizione illuminate, dovrebbero adattarsi all’uomo in qualunque tempo ed in qualunque luogo. Sin troppo facile sarebbe guardare alle religioni del Libro  per farsi beffe dell’inadeguatezza delle presunte leggi dettate da Dio, della morale vetusta che ha senso solo se storicizzata (o vogliamo davvero parlare, ad esempio, dell'opportunità di lapidare gli adulteri?).
Tuttavia la Religione ci vende l’illusione di poter essere liberi, Dio infatti, così essa dichiara, tali ci ha fatto o tali ci ha reso. Ma liberi di cosa?
Di peccare? No, giacché il solo fatto di non credere è stata causa di eccidi, e questo sia che si pensi, ad esempio, ai primi cristiani come vittime (es: martiri), che come carnefici (es: gli assassini di Ipazia).
Liberi di pensare in modo diverso? No, perché la morale religiosa si auto eleva come unica morale possibile, specie se riferito a  ne sono prova e monito le recenti parole del Vaticano, o la Dichiarazione Islamica dei Diritti dell'Uomo, per cui la legge di Dio sarebbe sempre e comunque superiore a quella degli uomini, motivo per cui l’uomo è libero di trasgredire le leggi civili (cosa per altro che Gesù , nel caso dei Cristiani, ammonì di non fare), a meno che egli non decida di uniformare le leggi civili a quelle divine,  istituendo di fatto una Teocrazia. Certo, va peggio ai credenti dell’Islam, i quali sono sottomessi a leggi , coraniche e della tradizione, che si perpetuano,inalterate, dall'alto medioevo. Ma non è mia volontà fare una classifica dei meriti e dei demeriti di una Religione rispetto ad un'altra.
La sostanziale differenza tra la Ragione e la sua figlia degenere, la Religione, sta proprio nel fatto che l’errore può essere dalla prima riconosciuto senza per questo doversi snaturare, anzi è perfettamente logico che la Ragione progredisca anche dai propri sbagli.
Per tal motivo, madornali errori come il Terrore post rivoluzione Francese, o come il Comunismo, sono giustificabili come tali: sono infatti errori umani il cui superamento è stato essenziale per il miglioramento della Civiltà stessa. Si badi, ciò non significa che le bestialità di determinati regimi abbiano una qualsivoglia giustificazione morale, sono e rimangono orrori di cui l'uomo deve serbare eterna memoria  e vergogna al fine di non ricadere.

Ma, di contro può esistere ed è davvero concepibile l’errore divino, almeno per come viene definita oggi la divinità? E se le contraddizioni sono tipiche dell’uomo, quelle divine sono tali perché Dio ci ha creato a lui simili (ammettendo così implicitamente l’imperfezione di Dio) o invece, perché Dio (così come viene presentato) e la religione sono frutto dell’imperfetta Ragione umana , ammettendo in tal modo, che è l’uomo ad aver creato Dio ( ribadisco: così come ci viene presentato) e non viceversa?
La legge presunta divina si è dimostrata fallace, ingiusta, contraddittoria, incapace di resistere al progresso delle civiltà e il male causato dalla Religione non è assolvibile perché non può esservi  alcuna forma reale di pentimento, né da parte di un essere che non c’è e che, se ci fosse , sarebbe perfetto, né evidentemente da coloro che sulla religione campano e grazie ad essa detengono potere.


Quando infine si giudica, lo si fa in base alla Storia. Giudichiamo iniquo il Comunismo o il Fascismo per il male che hanno fatto, perché non dobbiamo giudicare, altrettanto iniqua la Religione e la scia di sangue che lascia dietro il suo percorso? Il fatto che in seno ad essa, uomini giusti si sono dimostrati meritevoli delle lodi dei posteri è sufficiente a cancellare epurazioni, omicidi, guerre, truffe, circonvenzioni di incapaci, sfruttamento della credulità popolare?



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