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domenica 24 gennaio 2010

Benedetto XVI e l'abbaglio digitale

Internet, si sa, ha un potenziale incredibile ed è un dato di fatto che abbia completamente rivoluzionato la comunicazione. Ieri le notizie correvano via etere attraverso le telecamere dei telegiornali, e in seguito venivano commentate dai giornali. Con l'avvento della comunicazione digitale, sono televisione e giornali che si devono genuflettere alla potenza del Web, alla sua capacità di raccogliere testimonianze e commenti in ogni dove.
Se n'è accorta anche la Chiesa ma, forse per la prima volta in vita sua è davanti ad un fenomeno che non può controllare.
Abbiamo più volte toccato l'argomento, l'ultima volta ragionando sulle parole di uno dei pionieri della comunicazione digitale, Jaron Lanier, dove si evidenziavano le problematiche della comunicazione digitale all'interno della quale possono convivere in modo manifesto notizie completamente differenti o ambedue i lati della medaglia.
Traducendo in locuzione, possono convivere mischiati sacro e profano e, quel che è peggio, nella stessa pagina tutti gli aspetti contraddittori di una teoria, o nel caso specifico , di una religione.
Il Web come "Cortile dei Gentili" auspicato dal Pontefice in realtà rischia di essere un terribile boomerang per la Chiesa, perché, per un confronto serio, essa dovrebbe non solo giustificare i numerosi errori della bimillenaria storia, ma anche spiegare in modo chiaro ed inequivocabile le posizioni assunte nei confronti di svariati argomenti per i quali la parola "ambiguità" sembra riassumere appieno la regola adottata.
Non basta: è ovvio che non può in alcun modo porsi come detentrice assoluta della verità che magnanimamente si pone alla ricerca delle pecorelle perdute, specialmente se queste pecorelle, pecore ( o pecoroni?) non sono più ed alcuni, per dirla tutta sono lupi pronti a sbranare.
Se vuole il confronto si ponga alla pari, altrimenti non farà altro che provocare un'innalzamento delle barricate,  che se riesce a far uscire allo scoperto il talebano ateo e le sue ridicole idiosincrasie, dall'altra esporrebbe al pubblico ludibrio molti paladini di idee reputate cattoliche, che è bene che non vengano pubblicizzate molto perché ormai fuori da ogni logica.
Per non dire che sarebbe obbligato a sconfessare o a proteggere personaggi dalla dubbia moralità, di certo senza etica, come la gran parte dei politici che oggi si professano difensori della fede.


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