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mercoledì 17 febbraio 2010

Gli eufemismi di Santa Madre Chiesa


Già nel 1517 Papa Leone X nel periodo dello scandalo detto delle Indulgenze, prescrisse ai rei di " peccato contro natura con bambini" l'assoluzione dietro pagamento di "131 libbre,15 soldi". Il Papa umanista doveva conoscere assai bene il peccato giacché nella sua Storia d'Italia , Francesco Guicciardini ne parlava così:
"credettesi per molti, nel primo tempo del pontificato, che e' fusse castissimo; ma si scoperse poi dedito eccessivamente, e ogni dí piú senza vergogna, in quegli piaceri che con onestà non si possono nominare"
 Cosa volesse intendere il Guicciardini lo possiamo desumere dalle varie "pasquinate" (scritti satirici appesi alle statue di Roma) dedicate al pontefice come questa del 1521 a pochi giorni dalla sua morte del pontefice:
"Morì el meschino, e non te dir bugia,
per fotter troppo in cul un suo ragazzo"
O come questa del 1522 che lo definiva:
"fiorentin, baro, cieco e paticone"
Dove "Paticone" sta per sodomita passivo.

Inutile dilungarsi sulle pratiche che molti novizi dovevano subire all'interno dei monasteri o alle attenzioni particolari che venivano dati a quei ragazzi  ragazzi un poco effeminati che venivano  inviati nei seminari su consiglio del parroco almeno fino a vent'anni fa (in modo che il giuramento di castità potesse "curare" la diversità).
Che la Chiesa fosse e sia a conoscenza del problema è indubbio ne sono la riprova. Tuttavia la violenza  sessuale non è che uno dei tanti abusi perpetrati nei confronti di minori da uomini delle istituzioni ecclesiastiche. Visto il recente scandalo irlandese, come non ricordare le violenze e lo sfruttamento subiti dalle giovani donne inviate presso le Case Magdalene, caso denunciato dal film Magdalene Leone d'Oro a Venezia del 2002 e fortemente criticato dal Vaticano e dai fedeli che rivendicavano che la Chiesa è molto di più.
Lo è certamente, nel bene e anche nel male, purtroppo.
Nei soli USA si contano oltre 2900 preti pedofili (qui l'infame lista), ma altre statistiche parlano di quasi 5000 preti sui circa 110 mila presenti nel territorio. Non tutti sono stati condannati per pedofilia che è un reato su minori prepuberi (in altre parole  la violenza che viene effettuata su minori che hanno fisiologicamente completato la pubertà non può essere definita pedofilia), altri non sono stati condannati perchè deceduti, o per prescrizione dei termini. 
All'epoca scoppio lo scandalo del Crimen Sollicitationis (1962), il documento voluto dal Giovanni XXIII per regolamentare casi del genere, e dal successivo De Delictis Gravioribus (2001) del non ancora Papa, Joseph Ratzinger. I due documenti che probabilmente nelle intenzioni della Chiesa miravano, direi giustamente, a difendere la privacy di vittime e carnefici fino alla sentenza definitiva, di fatto si rivelarono un ottimo metodo di occultamento, perché prevedevano, basandosi sulla segretezza confessionale, che i panni sporchi si sarebbero dovuti lavare in casa. Una volta iniziato il processo canonico, infatti, anche le vittime che avevano denunciato ai vescovi gli abusi subiti erano sottoposti a giuramento di segretezza pena scomunica.
Non solo: il Cardinal Bertone attuale Segretario di Stato Vaticano, si espresse in questo modo alle domande di un giornalista:

Giornalista: A queste nuove Norme, soprattutto da parte laica, è stata fatta una obiezione. Perché un vescovo che viene a conoscenza del comportamento di un proprio sacerdote, delittuoso per la Chiesa ma anche per l'autorità civile, non ne deve informare la magistratura civile? 
Bertone: Le Norme di cui stiamo parlando si trovano all'interno di un ordinamento giuridico proprio, che ha un'autonomia garantita, e non solo nei Paesi concordatari. Non escludo che in particolari casi ci possa essere una forma di collaborazione, qualche scambio di informazioni, tra autorità ecclesiastiche e magistratura. Ma, a mio parere, non ha fondamento la pretesa che un vescovo, ad esempio, sia obbligato a rivolgersi alla magistratura civile per denunciare il sacerdote che gli ha confidato di aver commesso il delitto di pedofilia. Naturalmente la società civile ha l'obbligo di difendere i propri cittadini. Ma deve rispettare anche il "segreto professionale" dei sacerdoti, come si rispetta il segreto professionale di ogni categoria, rispetto che non può essere ridotto al sigillo confessionale, che è inviolabile.
Giornalista: Eppure si può pensare che tutto ciò che viene detto al di fuori della confessione non rientri nel "segreto professionale" di un sacerdote... 
Bertone: È ovvio che si tratta di due livelli differenti. Ma la questione è stata ben spiegata dal cardinale Ersilio Tonini durante una trasmissione televisiva: se un fedele, un uomo o una donna, non ha più nemmeno la possibilità di confidarsi liberamente, al di fuori della confessione, con un sacerdote per avere dei consigli perché ha paura che questo sacerdote lo possa denunciare; se un sacerdote non può fare lo stesso con il suo vescovo perché ha paura anche lui di essere denunciato... allora vuol dire che non c'è più libertà di coscienza
Libertà di coscienza? Io direi che qui la coscienza manca del tutto e che questo è un modo alternativo, molto manieristico, per giustificare l'omertà. 
Già, omertà in stile mafioso come ebbe da sottolineare il cattolico Governatore dell'Oklahoma, chiamato a presiedere una commissione d'indagine indipendente, che dopo nemmeno un anno dalla nomina decise di rassegnare le dimissioni poiché, come lui stesso disse:
"I preti non obbediscono ai mandati di comparizione, e fanno sparire i nomi degli stupratori. Questa è un'organizzazione criminale, non la mia Chiesa"
Oggi la Chiesa è chiamata a rispondere, come abbiamo anticipato di un altro odioso scandalo nella cattolicissima Irlanda, un "uno-due" poderoso chiamati Rapporto Ryan (2500 vittime dagli anni '40 aglia anni '80) e in ultimo, Rapporto Murphy ( 320 abusi dal 1975 al 2000), all'interno del quale si legge inequivocabile come:
"La sola preoccupazione dell'arcidiocesi di Dublino era quella di mantenere la segretezza, evitare lo scandalo, proteggere la reputazione della Chiesa e i suoi beni. Tutto il resto, incluso il benessere dei bambini e la giustizia per le vittime, erano subordinati a queste priorità. L'arcidiocesi non si attenne alle procedure del diritto canonico e fece tutto il possibile per evitare l'intervento delle leggi dello Stato"
Va detto che la commissione Murphy inoltro una richiesta formale al Sant'Uffizio circa i documenti dalla stessa posseduti in merito agli abusi sessuali a danno dei minori nelle diocesi irlandesi. Richiesta respinta con la scusa che la commissione non aveva seguito i canali diplomatici. La richiesta fu riproposta un anno più tardi, parliamo del 2007 al Nunzio Apostolico che però rispose con un assordante silenzio. Tutto fino a che la commissione nel 2009 giunse alle sue conclusioni che coincisero come era ovvio con lo scandalo che ora campeggia ( un po' in sordina per la verità) anche sui media italiani.
Solo a fogna aperta, il Vaticano ha preso le sue "forti contromisure", in sostanza, al di là di vuote parole, nulla.
Anzi peggio. ieri il Papa dopo le scontate e quindi un po' banali parole 
"La pedofilia è un crimine odioso e un peccato contro la dignità umana"
concetto a cui il Papa teologo deve essere giunto dopo nottate passate a elucubrare, si è lasciato andare ad un'affermazione che definire vergognosa è un eufemismo:
"(...) l'indebolimento della fede è stato un fattore che ha significativamente contribuito al fenomeno del'abuso sessuale sui minori".
Da una frase del genere si può evincere che tra i vari fattori che potano l'uomo all'abisso della pedofilia (ma anche di soprusi e violenze generiche su minori) uno preponderante è quello dell'indebolimento della fede, legando in modo indissolubile Fede e Morale.
Non è così. Come più volte ribadito la Fede non fa altro che rendersi interprete di una Morale che è già sviluppata, se ne appropria e la vende come sua. La riprova è che non per forza un ateo, un agnostico o una persona in crisi di fede si lasci andare a turpi reati. 
Si occupi coscienziosamente della sua Morale il signor Ratzinger, di come il Sant'Uffizio da lui presieduto prima di assumere la carica di Pontefice abbia, di fatto, occultato o rallentato le indagini, magari ripassando un poco le date citate nelle denunce, tanto perché abbia idea della sollecitudine con cui la Chiesa Cattolica ha dato risposta.

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