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venerdì 12 marzo 2010

Pedofilia all'ombra del crocifisso.


La pedofilia è una dei crimini più odiosi in assoluto perché perpetrato su esseri senza difesa quali appunto sono i bambini e, intendiamoci subito, non è un esclusiva dei religiosi, ma un male che attraversa la società da millenni.
Tuttavia non ci si può esimere dal condannare in maniera ancor più pesante quei religiosi che si macchiano di tale delitto poiché l'istituzione religiosa si pone alla società come apportatrice di luce, anzi, come unica portatrice di morale e di etica. 
Non è questione di accanimento dunque, ma è un ovvia conseguenza: se vuoi insegnarmi una morale devi essere il primo a seguirla; se predichi bene e razzoli male il minimo sindacale è la gogna.
Personalmente se fossi cattolico, non cercherei di difendere l'indifendibile e anzi sarei stato il primo a scandalizzarmi. Fa specie, invece,  leggere sui blog o sui giornali vicini al mondo cattolico che la Chiesa ha saputo reagire rapidamente e con fermezza, quando è vero l'esatto contrario.
Anzi, per un estraneo alla religione cattolica e quindi inconsapevole degli obblighi dell'istituto confessionale, la strategia adottata dall'istituzione apparirebbe come un vero e proprio insabbiamento.
Di certo vi è che gli scandali che stanno colpendo le Chiese di mezza Europa non sono recenti fatti di cronaca, ma risalenti addirittura alla prima metà del secolo scorso. 
Si rimane basiti di fronte ad alcune affermazioni in realtà abili tentativi di fuorviare, come ad esempio quello di Padre Lombardi di Radio Vaticano che dalle pagine di Avvenire cerca di chiarire che: 
... tutte le persone obiettive ed informate sanno che la questione è molto più ampia, e il concentrare le accuse solo sulla Chiesa porta a falsare la prospettiva. dicono che in uno stesso periodo di tempo i casi accertati in istituzioni riconducibili alla Chiesa sono stati 17, mentre ve ne sono stati altri 510 in altri ambienti. E’ bene preoccuparsi anche di questi.
Innanzitutto non si accusa solo la Chiesa, ma per le ragioni sopraccitate non ci si può esimere da sottolineare il   problema e poi è ovvio che chi di dovere si occupa anche degli altri casi. Il problema semmai è capire come mai lo scandalo che ha investito la Chiesa è rimasto a lungo taciuto.

Se lo domanda facendo "banali osservazioni", il Vescovo di Salerno, Monsignor Pierro:
...mi domando, per quale motivo come mai , fatti tanto seri, vengono fuori dopo venti anni e non sono stati subito denunciati? Se erano delitti prima, meritavano subito un castigo. Evidentemente esiste qualche coscienza che intende speculare. Poi una seconda osservazione. Nei mezzi di comunicazione oggi esiste un senso di amore per lo scandalismo che si ingigantisce quando di mezzo ci sta la Chiesa, impera la legge della maldicenza e spesso della calunnia. Se questi abusi sono esistiti e mi risulta che la pedofilia sia una piaga presente nel mondo da tanto tempo, sin dalla antichità, per quale motivo si sente dire solo di casi accaduti in casa cattolica? Possibile che nessun islamico o ebreo sia responsabile di un caso di pedofilia? Mi pare molto sospetto.
Eh sì, ci mancava il complotto. Quello che mi preme però sottolineare è il metodo mefistofelico con cui questa gente propone il proprio pensiero. Analizziamo.
Innanzitutto viene invertito il senso di tutto, ovvero la Chiesa diviene vittima anziché carnefice e la colpa della mancata denuncia non fu dovuta alle pressioni politico religiose operate dai Vescovi, ma di un presunto burattinaio che evidentemente pensava, per non ben note ragioni, che far scoppiare il caso decenni dopo avrebbe sortito effetti maggiori. Il vittimismo viene sottolineato dalla  frase successiva, dove abilmente si fa risultare una stranezza quella che come già detto è un'ovvietà ( i motivi sono sempre quelli sopra sposti).
La retorica del Vescovo sarebbe da applausi a scena aperta quando insinua attraverso quel "se" l'ipotesi che i crimini attribuiti non siano neppure stati commessi e al massimo trovano giustificazione nel fatto che la pedofilia sia sempre esistita, ma poi scade e cade rovinosamente andando a parare sul complotto. Che importa al Vescovo se un islamico si macchi di un tale delitto (a parte il fatto che in Arabia, ad esempio, i pedofili vengono giustiziati per decapitazione)? Forse che mal comune possa essere mezzo gaudio?
Lo spieghi alle vittime se ci riesce.

Un appunto invece sulla recente discussione proposta dal Vescovo di Vienna sul celibato.
Sebbene sia in disaccordo sul fatto che il celibato sia un valore "sacro" del cattolicesimo (non lo era in principio ed è diventato un'esigenza per salvaguardare i patrimoni della chiesa come si può leggere qui), ritengo infondato ogni tentativo di legare una particolare e odiosa perversione, quale la pedofilia, con il celibato: se un uomo votato alla castità viene vinto dalle proprie debolezze esistono molti modi per poter soddisfare quello che si definisce gli "istinti", dal sesso a pagamento all'adulto consenziente. Da questo punto di vista sarebbe opportuno capire se davvero, come sembra, ci sia un incidenza di pedofili tra i religiosi superiore alla media ed eventualmente studiare in che modo un educatore confonda in modo così bieco le parole del Vangelo:"lasciate che i bambini vengano a me".

1 commento:

Il Censore ha detto...

Condivido in pieno la tua analisi.

Quello che mi lascia basito è che molti fedeli si lasciano abbindolare da questa presunta "persecuzione della Chiesa" e non si rendono nemmeno conto della mostruosità degli abusi, perpetrati per decenni su bambini ed adolescenti. Se leggi in giro trovi distinguo, nel migliore dei casi, o negazioni totali, nei peggiori.

Un saluto,
IlCensore

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