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venerdì 23 aprile 2010

Sex & Memories

Monsignor Roger Vangheluwe
Parlare di sesso con gli anziani è per lo più divertente, specialmente dopo che hanno preso atto che il fisico fa decisamente fatica a seguire la mente anche quando i livelli ormonali, ridotti ai minimi termini dall'età che avanza, riescono nonostante tutto a risvegliare qualche voglia. 
E' divertente perché sanno metterci la giusta ironia: mio nonno diceva sempre ridendo che quelli della sua età prediligevano il sesso orale, nel senso di detto, raccontato. In sostanza nell'era pre-viagra, il sesso era giusto un ricordo. 
La stessa cosa deve essere stata per il vescovo di Bruges, monsignor Roger Vangheluwe, che con la sollecitudine tipica delle sfere ecclesiastiche ha deciso di dimettersi per una serie di abusi abusi sessuali compiuti sia prima che dopo il 1984 data che lo vede vestire i panni di vescovo.
Quando ero ancora un semplice sacerdote e per un certo tempo all'inizio del mio episcopato ho abusato sessualmente di un giovane dell'ambiente a me vicino. La vittima ne è ancora segnata. Nel corso degli ultimi decenni, ho più volte riconosciuto la mia colpa nei suoi confronti, come nei confronti della sua famiglia, e ho domandato perdono. Ma questo non lo ha pacificato. E neppure io lo sono.
 Queste le sue dichiarazioni.
Lo so, sono pedante (ultimamente anche monotematico) ma proprio non riesco a tacere di fronte a certe dichiarazioni e a questo modo di fare.
E' indubbio che il vescovo di Bruges, sulla graticola sia stato costretto ad uscire allo scoperto, probabilmente dalle alte sfere vaticane. E' indubbio perché non ha senso questo silenzio di 26 anni, e poco valgono le scuse di aver domandato perdono, non fosse perché nel frattempo, su sua ammissione, non solo non ha ricevuto il perdono della vittima e della famiglia, ma ha addirittura fatto carriera.
Alla luce di ciò, nemmeno il pentimento, quel " neppure io lo sono (pacificato)" è credibile.
Del resto, o sono poco credibili le parole del Vaticano che sostiene che da anni sta cercando di contrastare il fenomeno e che i vari Crimen et similia, siano stati in realtà linee guida per insabbiare, o è poco credibile che il vescovo "emerito" di Bruges, pastore di un intera diocesi non abbia avuto un minimo di coscienza "cristiana", anche se preferirei definirla semplicemente "umana vergogna" di confessare il proprio delitto e accettare la giusta pena, che per inciso non può essere la sola riduzione allo stato laicale.
Ma forse appunto, come diceva mio nonno è solo una questione di età: raggiunta la pace dei sensi non rimane che il ricordo, e giust'appunto il vescovo se n'è ricordato.

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