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mercoledì 13 aprile 2011

La Storia di parte secondo Carlucci

La notizia di ieri è stata senza alcun dubbio il fatto che l'onorevole Carlucci si sia presentata come la prima firmataria di un'interrogazione mirante a costituire una commissione di inchiesta al fine di dare una valutazione sui libri scolastici  di Storia, considerati dalla sua parte politica, troppo di parte.  Malignamente, potremmo anche scrivere che la notizia consiste, in realtà, nel fatto che la signora Carlucci abbia letto un libro, ma lo ripeto sarebbe una malignità, giacché è fin troppo ovvio che la signora Carlucci sappia leggere. Il dubbio semmai rimane sulle sue capacità di comprensione.
Pensare alla Storia come una disciplina totalmente asettica e al di sopra delle parti è, infatti, dabbenaggine pura: per questo decisamente risibile.
Pur nell'analizzare fatti di secoli fa, per esempio, uno storico non può non rimanere in qualche modo influenzato dalla tradizione interpretativa, anche quando, in buona fede, cerca di rimanere il più obiettivo possibile. Figuriamoci se poi, come ha fatto recentemente il vicedirettore del CNR De Mattei, in occasione dell'esposizione sulle sue balzane teorie che indussero il crollo dell'Impero Romano, un ricercatore di poca serietà pretendesse di comprendere e spiegare un periodo storico citando fonti ad hoc,  in modo che il tutto concordi con la propria visione, nel caso di De Mattei, teistica della Storia
Al pari, lo studio dell'età contemporanea, se da un lato gode della mancanza di tradizione che permetterebbe allo storico di operare senza il peso della stessa, dall'altro rischia di venir comunque influenzato o, se vogliamo, deformato, dalle opinioni stesse del ricercatore sulla materia trattata; si pensi solo al problema del vaglio delle fonti.
Ci sono tuttavia dei limiti dettati dalla scientificità del metodo storico e dalla buona fede del ricercatore, nonché quelli che si delineano a causa dell'attenzione della comunità scientifica che recensisce e critica il lavoro dei singoli e ne determina il successo.
In sostanza, il prodotto di studi storici, può non essere univoco, specialmente per la Storia Contemporanea, ma possono essere considerati onesti purché vengano analizzati ed esposti i dati storici il più possibile nella loro completezza. E' ovvio che le fonti andrebbero vagliate, meditate e valutate per la loro importanza, al fine di poter leggere, contestualizzandole, al di là delle stesse, intuendone gli intenti, specie laddove la storia non si è ancora conclusa. E qui interviene appunto la critica.
Tutto ciò però non sembra interessare la signora Carlucci, ma non c'è da stupirsene.
Non che la Carlucci abbia mai brillato in qualche cosa, semmai le si può concedere la scaltrezza e l'opportunismo con la quale si attaccò al carrozzone berlusconiano quando il tutto ebbe inizio.
Ma essere una ballerina sulle spalle di un nano, se giova al circo, non giova sicuramente alla visione delle cose.
Di lei, infatti si ricordano solo vicende imbarazzanti, come quando cercò di far passare un'insulsa proposta di legge sulla tutela dei diritti di proprietà (in pratica una legge antipirateria che, udite, udite, proponeva addirittura che nel caso di violazione del copyright si applicassero le norme sul copyright (sic!) e l'abolizione dei nick name), come testo ispirato per la tutela dei minori contro la pedofilia (vedere qui e qui), vicenda finita tristemente in una schermaglia con un giornalista dell'Espresso, cui la signora Carlucci ebbe la cortesia e il buon gusto di augurare al figlioletto di questi, di venir tosto intercettato dai pedofili non appena avesse imparato a connettersi. Cosa questa che rivelò, anche a chi avesse avuto qualche dubbio, l'incapacità della soubrette di connettere le corde vocali alla parte pensante, si fa per dire, dell'encefalo.
O, ancora peggio, la grottesca crociata contro il professor Maiani, attuale direttore del CNR, reo di aver firmato la lettera per impedire a Benedetto XVI di aprire l'anno accademico alla Sapienza, che a dire della superba mente della Carlucci sarebbe stato indegno del ruolo (mentre De Mattei veniva considerato senza dubbi un degnissimo rappresentante...).
La Carlucci attaccò Maiani perché, secondo lei e pochi altri cervelli eletti, l'ex direttore del CERN (unico italiano oltre a Rubbia ad avere il prestigioso incarico), non era neppure in grado di capire la teoria che aveva elaborato insieme al premio Nobel per la Fisica, professor Glashow. Purtroppo per la Carlucci il Nobel  smentì totalmente le parole della Carlucci e ne svelò in modo piuttosto infastidito la malizia d'intenti indicando per altro Maiani come uno" scienziato stellare" e degno "erede di Enrico Fermi".
Inutile dire che le accuse della Carlucci rasentavano il ridicolo, non fosse anche per la totale ignoranza delle dinamiche del mondo accademico.
Come poi ebbe a dire sull'argomento un altro grande luminare della Fisica, il Professor Alvaro de Rujula, molti grandi scienziati hanno elaborato teorie che poi si sono rivelate inesatte, tra questi, giusto per citarne alcuni, Einstein, Newton, Keplero e, curiosità, anche l'esperimento che diede il Nobel a Enrico Fermi era sbagliato. Non parliamo poi di Leonardo da Vinci, considerato all'unanimità uno dei massimi geni della storia!
In altre parole, quello che sfuggie al raffinato cervello della Carlucci è che la scienza procede anche attraverso gli errori e che comunque le teorie sono e rimangono tali, fino a che non vengono provate o smentite. 
Per avere idea della portata della polemica e del livello della signora Carlucci, consiglio comunque di leggere la risposta piccata che diede quando fu invitata a desistere (qui), non fosse altro perché l'articolo sul suo blog rappresenta  un interessante esperimento in grado di svelarci come la lingua italiana possa essere comprensibile anche laddove la punteggiatura sia casuale e la sintassi un miraggio.
Riporto, per chi non ha tempo, la frase iniziale:
Ricordiamo con Socrate, che mai la maggioranza decide ciò che e’ giusto ma solo ciò che le conviene per questo accettiamo la democrazia.
Ma se la maggioranza non può provare quel che dice perche’ non e’ giusto, chi ha le prove deve dirlo a voce alta e proclamare ciò che e’ giusto anche se e’ solo.
Questo per rispetto alla propria intelligenza poichè nessuno ha il brevetto del cervello, specie quando insulta come voi.
e quella finale:
Tutti mi hanno svergognato tranne il quotidiano Libero dicendo che sono una ballerina che sparla di scienza. Ma ho detto il vero.
Di fronte abbiamo Maiani, un gran figlio di una ballerina che fa la scienza.
Ma dice il falso.
I nostri soldi della scienza sono pochi, che almeno vengono spesi bene da persone perbene.
Ora, con tutta onestà, i libri di Storia li fareste decidere ai docenti o a politici di tal fatta (o rifatta, se preferite)?

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