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martedì 12 giugno 2012

A bocce ferme (o quasi)


Non sono riuscito a tenere chiusa la boccaccia o, se vogliamo essere precisi, tenere lontano le dita dalla tastiera, quando, a causa la tragedia del terremoto si volevano cancellare le varie manifestazioni, in primo luogo quelle della parata militare che tanto scandalo pareva destare, per arrivare a quella del Papa, in occasione dell'incontro con le Famiglie nella città meneghina. Ebbene ora, a bocce ferme, voglio concludere il discorso.

Stranamente, ben pochi si erano scandalizzati quando, il giorno che ha seguito la prima scossa, nelle strade d'Italia si erano formati festosi caroselli di tifosi, inebriati, per non dire invasati, della irrinunciabile gioia scaturita della promozione alla serie superiore della propria squadra di calcio. 
L'italiota medio, infatti, si scandalizza per lo spreco di denaro, il che, per intenderci sarebbe anche corretto, se non fosse che solo per quello si inalbera e la sua rabbia si esprime con mugugni e, ahimè, con ben pochi fatti.
Ma fosse "solo" questo! La realtà è che i mugugni li fa solo se a sprecare è un'altro, mentre gli spechi che vengono incontro alle sue esigenze, beh, quelle, tutto sommato, che male fanno?


Su questo principio ad esempio la stampa nazionale ha dato risalto ai 3 milioni di € "sprecati" per la parata militare del 2 giugno, ma non ha nemmeno lontanamente posto l'accento sul fatto che la visita di un Capo di Stato straniero, che si propone come guida morale dell'umanità sia costata, pare, 13 milioni di € a carico non solo di coloro che in quella religione non credono, ma addirittura da chi, da quella religione viene in qualche modo emarginato, ossia tutte le famiglie di fatto, gli omosessuali, i divorziati, ognuno secondo una diversa gradazione di emarginazione, ma badate, sempre nella pienezza dell'amore di Cristo (giusto per citare, sarcasticamente, una frase fatta).

Riassumendo, fregarsene del dolore di connazionali festeggiando la promozione della propria squadra non avrebbe alcunché di immorale (festeggiamento di parte), mentre festeggiare la Repubblica (festeggiamento di tutti), posto che mi sfugge il motivo per cui essa vada festeggiata con una parata militare, sarebbe disdicevole. Se invece si regalano quattro volte i soldi  destinata alla festa di tutti i cittadini (res pubblica!) ad un teocrate straniero affinché possa  avere una cassa di risonanza alle sue teorie, allora non solo è meglio tacere, ma bisogna addirittura incensare la bontà del soggetto e delle suo messaggio, possibilmente ingigantendo i numeri della manifestazione quasi a favorirne una costruzione agiografica (moltiplicazione dei fedeli?). 
Poco importa se le idee del "Santo Padre" risultino spesso desuete, generate da una tradizione bimillenaria tutt'altro che univoca e che, per di più,  sta malamente subendo l'accelerazione che tutte le attività umane, (quindi anche il pensiero e con esso la morale), hanno subito nell'ultimo mezzo secolo.
Bisogna essere ciechi per non vedere lo sgretolarsi dei principi tradizionali.
Matrimoni religiosi in calo, boom delle coppie di fatto (che fino a trent'anni fa erano motivo di scandalo), uscita dell'omosessualità dal ghetto, sono solo una parte degli esempi. 
Si potrebbe porre maggiore attenzione sul fatto che l'ora di religione negli istituti sia sempre meno richiesta, sebbene quelli di Religione sono gli unici docenti a vedere costantemente confermato l'aumento di stipendio e di numero (significativo il fatto che nella scuola materna comunale ci sia l'insegnante di Religione, cristiana ovviamente, mentre nessuno si preoccupi di insegnare altre materie, come a dire che i bimbi non sono maturi per l'apprendimento, ad esempio della Storia ma lo sono delle "storie").
Si potrebbe analizzare l'evoluzione del Costume, dal modo di vivere fino al modo di vestire, ormai totalmente in rotta con i rigidi principi cattolici.
Si potrebbe verificare la percentuale di fedeli che praticano la religione al di là della professione a parole della propria fede o, ancora, quanti finiscono per ricevere i sacramenti per timore che il proprio figlio/figlia sia "diverso"; in fondo, cosa ci si può aspettare da un popolo di pecoroni se non il tentativo di uniformarsi, confondendo il  valore dell'uguaglianza con lo stereotipo e dimenticandosi che l'eguaglianza si trova nel diritto, persino a quello della diversità?
L'unica voce critica condivisa dalla stampa nei confronti del Vaticano ha riguardato l'esenzione dell'IMU, forse perché quella la dovranno pagare anche direttori di giornale e, ancor più salata, gli editori? O perché gli stessi nel nostro paese anzichè sentinella degli abusi del Potere ne sono servi (e quindi in quel momento faceva comodo far notare quanto l'attuale governo passi il tempo a cercare cosa tassare, anzichè a come farci crescere) ? 


A bocce ferme, ribadisco quindi il concetto che cercare la Morale nell'eventuale risparmio (e per eventuale intendo ciò che rientra tra "improbabile" e "ridicolo") sarebbe fondamentalmente una stupidaggine. 
Semmai bisognerebbe verificare il principio, come accennato, se davvero è lecito che un Paese che rifiuta la guerra per sua stessa legge costituente debba festeggiarsi esponendo in maniera più o meno sobria le proprie Forze Armate (peraltro da alcuni scioccamente attaccate quasi fossero loro colpevoli della propria presenza)o, se davvero è lecito che un Paese laico finanzi l'apologetica di una religione a scapito di altre o peggio di altri cittadini.

A bocce ferme o quasi. 
Perchè mentre le polemiche, i principi, i denari e quant'altro sono stati spesi, una cosa non si è fermata: la terra d'Emilia, ahimè, ha continuato e continua a tremare.





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