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martedì 16 luglio 2013

Leghista


Sento sempre più spesso, a commento delle più disparate notizie di cronaca politica, giudiziaria e quant'altro, la frase " Ma dove andremo a finire?".
Sarebbe ora di smettere di guardare il dito e scoprire dove siamo finiti. 
Oggi. 
Ora. 
Perché a dire il vero fa già abbondantemente schifo così.

Negli ultimi tempi si è visto di tutto e di più, dai super tecnici, professoroni universitari di fama internazionale, ignari che per cambiare una Legge Costituzionale (riforma delle Provincie) lo strumento non può essere un Decreto Legge (cosa che persino un ragazzo delle scuole medie saprebbe), a sospensioni delle ben remunerate attività parlamentarie in segno di protesta politica perché la Corte di Cassazione, avrebbe fissato una data non gradita all'imputato che sperava nella prescrizione; ovviamente l'imputato non è un cittadino comune, ma un "più eguale degli altri", capo dell'opposizione al governo (cose che solo in questo benedetto paese...).
Oppure, un Ministero dell'interno che, "inconsapevole" (ovviamente), avalla il rapimento di madre e figlia a cui era stato concesso asilo politico per riconsegnarle ad un regime dittatoriale, mandando loro incontro quaranta poliziotti armati fino ai denti.
O, perché no, una giustizia sempre meno giusta, come quella che permette a degli stupratori, di poco minorenni all'epoca del reato, di scontare la pena attraverso servizi sociali, grazie ad una sentenza sostenuta dalla constatazione che il carcere che dovrebbe essere formativo ("ri-formativo" per la precisione) nella realtà affina le tendenze criminali e perciò sarebbe meglio evitarlo (molto meglio mandarci persone in attesa di giudizio che poi nella stragrande maggioranza dei casi si riveleranno innocenti perché lo sono o perché l'impianto accusatorio non è riuscito a dimostrare le ovvietà).
Di tutto appunto.
E di più, se allo schifo di cui sopra si aggiunge la costante presenza in Parlamento di personaggi di dubbie capacità o, se vogliamo, di indubbia incompetenza e innumerevoli difetti, i quali, per un non si sa bene quale motivo arrivano a ricoprire cariche istituzionali, persino di primaria importanza, finendo inevitabilmente per essere motivo di vergogna per l'intera nazione.

Un primo difetto lo abbiamo tragicamente riscontrato in alcuni soggetti la cui ridotta capacità oratoria ha fatto nascere il quesito di come una persona incapace di pronunciare una frase di senso compiuto (esempi mirabili Antonio Razzi PdL, o l'ancora più devastante Eraldo Isidori, Lega Nord)  potesse sedere impunito tra gli scranni di quello che, ironia della (ahimé nostra) sorte si chiama Parlamento.



Sia chiaro, non sempre ad una infima propensione all'oratoria corrisponde una pochezza delle facoltà mentali, ma è fuori questione che per essere deputati a parlamentare, se non l'eloquenza almeno il saper costruire una frase, dovrebbe essere requisito minimo. 

Purtroppo abbiamo anche casi in cui tale requisito minimo viene soddisfatto (al minimo...), ma l'oratoria viene utilizzata per vomitare concetti indegni. Il caso eclatante degli ultimi giorni investe niente poco di meno che il vice presidente del Senato, il davvero per nulla onorevole (anche se ormai "onorevole" sta virando il suo significato come il prefisso "Don" inizialmente derivato da Dominus e ora spesso assegnato ai capi mafia), Roberto Calderoli, senatore della Lega Nord.

Calderoli rappresenta una delle tante anomalie italiane, forse una delle più inspiegabili, almeno apparentemente. 
Già costretto alle dimissioni da Ministro per la vicenda della maglietta anti Islam, cui seguirono scontri in Libia che portarono alla chiusura del Consolato di Bengasi (spiegato, a posteriori, da Gheddafi come insurrezione dei Libici per richiedere il risarcimento dei danni coloniali, vecchio pallino del defunto dittatore), Calderoli, sposato con rito (inventato) celtico-pagano (in linea con la prima Lega di matrice "pagana", ), si fece ben presto difensore della cristianità parlando come un profeta d'altri tempi (qui la fonte) e rivelando in pochissimi passaggi la coerenza del suo pensiero:
"Il crocifisso non è solo un simbolo religioso, ma è il simbolo di quei valori su cui abbiamo costruito la nostra storia e la nostra civiltà. Se si vuol rinunciare alla propria storia e ai propri valori significa che la crisi che sta colpendo il mondo non è solo una crisi economica, ma qualcosa di molto più grave e questo mi preoccupa molto. Le crisi economiche si superano solo partendo dai valori, diversamente ci sarà l’Apocalisse"
 Valori e civiltà che stranamente non gli impedirono di commentare la vittoria ai mondiali di calcio della nostra Nazionale contro i transalpini (qui) con queste delicate parole:
"Quella di Berlino è una vittoria della nostra identità, dove una squadra che ha schierato lombardi, campani, veneti o calabresi, ha vinto contro una squadra che ha perso, immolando per il risultato la propria identità, schierando negri, islamici e comunisti"
 Anche allora, come oggi, Calderoli era vicepresidente del Senato, secondo una strana regola, tutta italiana, per cui la carriera viene garantita dalla maggior quantità, nonché dalla gravità, degli errori commessi.
Già, perché politicamente parlando il più volte Ministro passerà alla storia per la legge elettorale tuttora in vigore, definita da lui stesso una porcata (Siamo governati da persone elette attraverso  una porcata, è bene ricordarcelo sempre), nonché per aver incendiato (letteralmente, con un lanciafiamme!) pile di leggi che erano comunque esauste, quindi non più vigenti (esempio: la legge che abrogava la pena di morte) in nome di una semplificazione che non solo non c'è stata, ma addirittura ha prodotto effetti opposti (vedere qui).
Peraltro, l'abrogazione di alcune leggi creò, in alcuni casi,  danni collaterali  tanto che si dovette ricorrere ad un successivo decreto "salva-leggi"; e questo la dice lunga sulla confusione in cui versano le sinapsi dell'onorevole, anche in questione in materia di legge.
Anche il taglio degli Enti inutili si rivelò, peraltro, un inutile nulla; anzi sarebbe da rimarcare come Calderoli e la Lega tutta siano ancora oggi tra i più strenui sostenitori del mantenimento delle Province, ente se non inutile, decisamente troppo costoso poichè ormai divenuto parcheggio per politici trombati.
Ciò, se due fatti sono una coincidenza e tre una prova, ci certifica quanto la persona sia confusa, in generale.
In altre parole, riassumendo i frutti dell'attività politica di Calderoli, possiamo affermare che alla meglio egli ha miseramente fallito ogni obbiettivo che si era preposto; viceversa, ha fatto danni.
Non bastasse tutto ciò, il personaggio in questione è una bandiera del razzismo, in linea con i pensieri espressi negli anni dal movimento di cui fa parte e di cui, ultimamente, ci sono stati una serie di casi da allarme rosso.
Se non i terroni, allora gli albanesi, altrimenti i romeni, i negri, i mussulmani, i gay, i comunisti e quelli con la voglia sulla natica sinistra.
Chi non ricorda un ubriaco (pare abbia il vizietto)  Matteo Salvini, attuale segretario della Lega Nord - Lombardia, cantare coretti da stadio su quanto i Napoletani puzzerebbero tanto da far scappare i cani?
O i sogni dello "sceriffo di Treviso", Gentilini, sugli extracomunitari che
"Bisognerebbe vestirli da leprotti per fare pim pim pim col fucil"  ?
O una frase a caso di Borghezio?
O la delicata sensibilità del segretario della Lega di Rovato, racchiusa in un post di Facebook dove, a proposito del terremoto appena verificatosi in Emilia, ci faceva edotti che
"Terremoto nel nord italia... Ci scusiamo per i disagi ma la Padania si sta staccando (la prossima volta faremo più piano)..." ?
O le parole, peraltro pronunciate da una donna, Dolores Velandro, nei confronti del Ministro Cecile Kyenge:
"Ma mai nessuno che se la stupri, così tanto per capire cosa può provare la vittima di questo efferato reato?"  ?
 Anche Calderoli non si era fatto mancare nulla, come abbiamo già visto, ma aggiungiamoci pure :
"La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni"
e sempre contro il Ministro Kyenge, rea di avere la pelle nera:
Quando vedo il ministro Kyenge non posso non pensare a un orango
supportato dal collega della Lega Nord Veneto, Daniele Stival, quello che vorrebbe fermare l'immigrazione con i mitra, che su Facebook pubblicava questa immagine

corredata con  il seguente commento:
"Siamo profondamente sdegnati per i termini offensivi utilizzati da Calderoli nei confronti di una creatura di Dio qual’e’ l’orango! Riteniamo vergognoso che si possa paragonare un povero animale indifeso e senza scorta ad un ministro congolese"
Ebbene,  a questo punto non posso che augurarmi e sperare che da qui a 10 anni il termine "leghista" diverrà a tutti gli effetti un epiteto offensivo con significato peggiorativo di "idiota" o "cretino".
Se qualcuno dovesse ritenere questo pensiero offensivo magari perchè facente parte di quel numero (fortunatamente sempre minore) di persone che votano Lega , rispondo che se hanno votato certi scellerati, se amano cioè accostarsi a certa gentaglia, in un certo modo si autodefiniscono. Leghisti, appunto, nei termini sopra descritti.
Se non sono leghisti, ma semplicemente "buonisti" e "benpensanti", rispondo che è grazie a loro che certa gentaglia continua a delirare rimanendo, di fatto, impunita.
Ed anzi, a governaci facendo carriera.

Aggiornamento:

Non bastasse il razzismo, molti dei suddetti sono anche vili e dopo aver vomitato i loro concetti, hanno ritrattato adducendo che quelle pronunciate non sarebbero altro che battute infelici.
Lo ha fatto Stival, la Velandro ed ora anche Calderoli, il quale ovviamente rifiuta le dimissioni continuando a infangare il ruolo di vicepresidente del Senato (mi auguro vengano imposte dall'alto, ma ho qualche dubbio che chi di dovere abbia il coraggio di farlo). 
Ha persino chiesto scusa, Calderoli, come un discolo sorpreso con le mani nella marmellata.
Andrebbe sottolineato a costui e a tutti i suoi simili che amano fare battute che la carriera che più gli s'addice è quello di comico o meglio di buffone, non di politico o peggio (per noi) di amministratore. E che le scuse, totalmente insufficienti,  non le deve solo alla Sig.ra Kyenge ma a tutti gli Italiani che si ritrovano, loro malgrado, rappresentati da persone capaci di esprimere, col pensiero, cotanto lerciume. 

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