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domenica 16 ottobre 2016

Sistemi caotici


Premessa: ciò che mi appresto a scrivere, non può in alcun modo sminuire la gratitudine per l'etica e l'altissima professionalità del personale che mi ha assistito durante l'ospedalizzazione. 

Diciamo che parte delle considerazioni che leggerete sono frutto di una cosiddetta deformazione professionale: occupandomi di logistica, so che non esiste un sistema perfetto e che l'imprevisto e l'errore sono sempre in agguato, tuttavia sono altrettanto consapevole che un buon sistema di base permette se non di superare almeno di arginare i problemi.

Da quello che ho potuto constatare il sistema sanitario viene retto su un sistema rigido e per di più mal congegnato.

Il primo errore si verifica addirittura al momento del ricovero il 27 settembre, , purtroppo ce ne accorgeremo solo al momento delle prime dimissioni, dove l'operatore dimentica l'attivazione della segnalazione all'Inail motivo per cui risulto assente non giustificato per tutta la durata della degenza nel primo ospedale. Ovviamente, il sistema rigido non permette correzioni a posteriori, quindi l'errore non può essere corretto. 
Di buono, come dicevo è che il personale, carente dal punto di vista burocratico, si rivela eccezionale sia sul piano professionale specifico che umano. Ricoverato alle ore 23:00 circa, in meno di 3 ore ho già eseguito esami ematici, tomografia, elettrocardiogramma e sono sotto costante monitoraggio.

Vengo dimesso e trasferito a Legnano, qui le cose paiono un po' meglio organizzate: Mi reco allo sportello per aprire la cartella clinica e nel giro di pochi minuti sono in stanza. Gli esami proseguono a ritmo frenetico, ne consegue che le informazioni che mi arrivano sono caotiche e spesso contraddittorie. Non sarà raro durante la degenza che vengano invertite o dimenticate alcune informazioni, una su tutte, domenica pomeriggio mi chiedono se ho già procurato le calze anti-trombo per l'operazione della mattina successiva. Ovviamente no, solo che trovare delle calze su misura non è così scontato (non si tratta di S, L, XL, ma di misure precise alla caviglia, polpaccio e mezza coscia). La parafarmacia dell'ospedale ovviamente è chiusa, quelle di turno rispondono che tali prodotti si trovano presso i negozi di sanitaria  e che loro potrebbero procurarle ma su ordinazione e con i tempi del caso.
Troviamo le calze grazie ad una dritta di un infermiere (farmacia vicino alla Stazione di Legano, aperta 24h su 24h 7 gg su 7)
Nota bene: il mio compagno di stanza, la cui operazione è prevista a 24 ore dalla mia, non viene avvisato al pari di quanto successo a me.

La mancanza e/o l'insufficienza di informazioni durante  la degenza (modifica della terapia, orari degli esami, svolgimento delle terapie)  è stato uno dei principali difetti e forse il motivo per cui i pazienti diventano impazienti (Cosa si può rispondere ad una che ti dice "la diagnosi dovrebbe essere per settimana prossima; dovremmo contattarla noi, ma se non ci sente chiami lei"?)

Arriva il momento delle dimissioni. Qui giusto per non farci mancare nulla salta il server del servizio sanitario lombardo. Ne consegue che l'ospedale non può aprire i giorni di malattia e che devo farlo entro sera dal medico curante (il quale ovviamente essendo collegato al medesimo sistema si ritrova a non poter far nulla, fino all'ennesima botta di fortuna dell'ultimo minuto). Il mio compagno di stanza verrà addirittura dimesso con un altro nome perché al momento dell'inserimento del Codice fiscale avevano sbagliato a digitare una lettera!

Non è finita. Avendo un'assicurazione che mi risarcisce per i giorni di degenza ospedalieri devo richiedere la copia della cartella clinica. Che non è una ma sono due, separate per ospedale.
Le cartelle cliniche vengono redatte tramite PC, ma poi vengono archiviate cartacee. Non è possibile richiedere un file, bisogna recarsi in ospedale e fare richiesta all'ufficio preposto per ottenere la copia cartacea attraverso fotocopie, che ovviamente verranno preparate in tempi e metodi che non mi è ancora dato sapere. Per non farsi mancare nulla, due ospedali diversi hanno uffici preposti diversi. In uno la richiesta va inoltrata al CUP, nell'altro all'Ufficio Archivio Clinico. Immagino che nel primo caso il CUP inoltrerà la richiesta al suo Ufficio Archivio Clinico di riferimento, ma capirete che la cosa diventa estenuante soprattutto per una persona che, nello specifico, dovrebbe occuparsi di altro.








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