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venerdì 18 novembre 2016

Referendum Costituzionale: considerazioni personali


Alcune considerazioni personali sull'imminente referendum.
Chiaramente non essendo un tecnico, né tanto meno un'attivista, questo post non vuole essere un indicazione al voto (a parte il consiglio finale...), ma solo una serie di opinioni su cui ragionare. Potrebbero anche esserci errori di valutazione che eventualmente chiedo di segnalarmi.
  •  L’articolo 57,  ridefinisce il metodo di elezione del Senato: i senatori non saranno più eletti ma nominati nei consigli regionali. E' vero che tali consiglieri vengono eletti tramite votazione ma, ad esempio, nel caso della Lombardia, l'80% viene degli eletti è in quota proporzionale (nominativi decisi dai partiti) e il 20% in quota maggioritaria. Comunque sia il cittadino non ha modo di decidere direttamente chi andrà al Senato perché i Senatori verranno decisi tra gli eletti da altri eletti . Inoltre, i mandati decadono in tempi differenti, da comune a comune e da regione a regione, se ne deduce che il Senato continuerà a cambiare i suoi componenti. Infine, non si capisce perché pur volendo abolire le Provincie, di fatto rimarranno le Province autonome di Trento e Bolzano.
  • L’articolo 64 rimanda i poteri delle opposizioni ad un regolamento parlamentare ancora da scrivere, una delle cambiali in bianco di cui parlavo nel precedente post.  Nel caso di approvazione dell'Italicum, così come proposto, ottenendo il partito vincitore la maggioranza assoluta dei seggi, le opposizione non avranno più alcuna voce in capitolo e sarà tutto  in mano al Governo. Nel caso invece l'Italicum dovesse subire variazioni o, peggio essere dichiarato incostituzionale (già perché c'è questa ipotesi) saremmo di fronte all'ennesimo pasticcio.
  • L’articolo 67, viene modificato solo ed esclusivamente eliminando il concetto che i Parlamentari rappresentano la Nazione. Il perché di questa eliminazione è per lo meno singolare. Comunque sia, non viene previsto il vincolo di mandato, né per i Deputati, né per i Senatori. Senza vincolo di mandato verrebbe meno ciò che sostengono i promotori del Sì circa il cosiddetto cambio di bandiera che tanto ha causato scandali in questi anni. Come antitesi, si potrebbe obiettare che questi nuovi senatori, a cui tra l'altro verrebbe garantita l'immunità (cosa che oggi è concessa ai senatori ma non ai consiglieri regionali), poiché decisi dai partiti e solo in teoria rappresentanti del territorio,  voteranno le indicazioni del partito di appartenenza come mero compitino. Il che non sarebbe comunque di conforto.
  • L’articolo 68, come anticipato nel punto precedente riconosce ancora l’immunità parlamentare ai Senatori benché essi non siano più diretta espressione di un voto popolare, né soggetti a vincoli di mandato. Attualmente la classe politica più corrotta in assoluto è proprio quella che fa riferimento alle Regioni. In virtù del fatto che cane non mangia cane e ancor più per il fatto che avere personaggi deboli (inquisiti) fa comodo,  è prevedibile che sullo scranno del Senato finiscano un numero copioso di personaggi di dubbia moralità che non vedono l'ora di godere del privilegio per poter ovviare a perquisizioni, intercettazioni e persino arresti. Ma anche viceversa: alcuni soggetti potranno ricattare i partiti di svelare trame nascoste in cambio dell'immunità.
  • L’articolo 70. Qui è un pasticcio incredibile. Non si capisce granché, è scritto piuttosto male: per lo meno io fatico a districarmi. Rimane chiaro però che i Senatori, avranno ancora l'onere di revisionare la Costituzione, cosa piuttosto singolare visto che a) non sono diretta espressione del voto popolare, b) la composizione del senato cambierà nell'arco della legislatura, c) a detta dei promotori della riforma, i Senatori che sono stati eletti direttamente per fare altro (Sindaci e consiglieri regionali) si ritroveranno solo poche volte al mese. Riguardo all'ultimo punto in questione, considerando l'attuale burocrazia che grava sul Paese, mi chiedo come sia possibile che un sindaco o un consigliere possa svolgere anche l'incarico di Senatore, tenendo presente che tale articolo vincola i Senatori stessi alla verifica delle proposte legislative in tempi estremamente rapidi (10 giorni per la verifica e 30 per avanzare modifiche, non vincolanti!). La sensazione è che il Senato perderà ogni reale funzione: personalmente ritengo che questo annullerebbe anche il concetto di risparmio (di per sé comunque ridicolo) giacché attualmente paghiamo un Senato con reali possibilità di lavorare (poi sarebbe da valutare come lo fanno) , mentre successivamente pagheremmo meno (quanto in realtà è tutto da stabilire, visto che verranno riconosciute le spese) un ente svuotato e quasi inutile e ci ritroveremo personale eletto per fare un lavoro (Sindaco o consigliere, appunto) che, o lavorerà male perché oberato (costi derivati da mala gestione) o avrà bisogno di altro personale per svolgere entrambe i compiti (costi occulti).
  • L’articolo 71 ci dice che il Senato mantiene la possibilità e quindi il potere di avviare un'iniziativa legislativa, triplica il numero delle firme necessarie per le leggi di iniziativa popolare ( si passerà da 50 mila a 150 mila). Sul primo valgono i dubbi di quanto detto nel punto precedente (dove trovano il tempo di fare tutto?). Sul secondo punto sarei anche d'accordo in linea di principio; si dice in pratica aumentano le firme ma poi ci sarà l'obbligo a discutere la proposta di  legge, cosa che oggi può in effetti essere completamente disattesa (attualmente infatti, il parlamento non ha l'obbligo, se non morale, il che è tutto un dire, di discutere una legge di iniziativa popolare).  Il testo della riforma è tuttavia fumoso: mentre è vincolante sui tempi in cui il Senato debba dare risposta sugli eventuali accezioni o proposte di modifica,  qui si parla di tempi "certi" senza però indicare nulla! In più si parla di “ forme e limiti stabiliti dai regolamenti parlamentari”che non sono ancora indicati (sempre la famosa cambiale in bianco) quindi di fatto, allo stato attuale l'unica cosa certa è che se passa la riforma sono triplicate le firme. Stessa cosa per l'introduzione del Referendum propositivo, sempre trattato in questo articolo: manca tutto l'impianto legislativo che ne determina le modalità di attuazione (firme da raccogliere, tempi di esamina, quorum, etc).
  •  L’articolo 72, tra le tante, concede al Governo, qualora questi ritenesse  un proprio disegno di legge essenziale per il programma,  il potere di iscriverlo d'urgenza come ordine del giorno e sottoporlo al voto finale entro 70 giorni dalla deliberazione. Attualmente si procede per decreti legge, sarebbe un notevole passo avanti. Di contro c'è il serio pericolo che il Parlamento, già privato di una sua camera, sia sottoposto in maniera sconsiderata al Governo e ne diventi semplicemente un'appendice.
  • L’articolo 75,  introduce il quorum alla maggioranza dei votanti delle ultime elezioni qualora, anziché le canoniche 500000 firme se ne portassero 800000. Ritengo sia un ottima cosa sebbene, personalmente, sarei per l'abolizione dei quorum, in modo che chi si astiene lo faccia consapevolmente per lasciare ad altri la decisione di temi nei quali non si sente coinvolto. Attualmente invece il quorum è una truffa elettorale: piuttosto che perdere il referendum si preferisce renderlo nullo, alla faccia del confronto democratico.
  • L’articolo 83, introduce una novità sostanziale per l'elezione del capo dello Stato:"dal settimo scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti“. Non più della maggioranza assoluta. Il rischio, neppure così improbabile è che il Garante della Costituzione, ovvero il Presidente della Repubblica, venga eletto dalla maggioranza vincente alle elezioni al settimo scrutinio, facendo ostruzionismo nei primi sei.  Il Presidente della Repubblica non sarà più un soggetto, almeno in teoria, super partes, ma l'ennesima espressione di logiche partitocratiche nello specifico del Governo.
  • L’articolo 94 ci dice che la fiducia al Governo verrà concessa o revocata dalla sola Camera dei deputati. Anche qui il vizio di fondo è la legge elettorale che non è ancora chiara. Nel caso di approvazione dell'Italicum, dove la maggioranza è in realtà una minoranza gonfiata da un premio di maggioranza, l'articolo perde completamente la sua valenza perché chiaramente sarebbe impossibile sfiduciare un Governo.
  • L'articolo 114 viene modificato per togliere la voce "province", al fine di eliminarle definitivamente. La realtà è che non solo le province non sono ancora state ancora eliminate, ma sono state già introdotte delle forme alternative (Città metropolitane) Inoltre Trento e Bolzano rimarranno tali anche se viene eliminato il lemma. 
  • L’articolo 117 specifica che  le leggi dell’Unione europea saranno vincolanti . Lo sono di fatto anche ora, fa parte dello Statuto di adesione all'UE. Si introduce anche la cosiddetta clausola di supremazia statale, ovvero la possibilità dello Stato di decidere sull'esecuzione di opere e infrastrutture indipendentemente dal volere delle Regioni e degli enti più piccoli. Impatto da valutare.
  • L’articolo 135 mette in evidenza un serio problema su quello che sarà la Corte Costituzionale: cinque giudici verranno eletti dal Presidente della Repubblica il quale potrebbe essere eletto, come già visto, da disposizioni del Governo al settimo scrutinio quando non ci sarà più il vincolo della maggioranza assoluta ma solo del numero dei votanti. Altri cinque dagli organi giudiziari; tre dalla Camera che se eletta con l'Italicum avrà la maggioranza assoluta, e infine ben due dal Senato, espressione di un voto indiretto e non chiaro. In pratica c'è il rischio serio che anche la Corte costituzionale sia sottoposta alla coalizione vincente, con buona pace dell'equilibrio dei poteri.
  • CNEL. Attenzione, anche qui si parla di abolizione di un ente dichiarato inutile. Tuttavia nella legge viene già indicato che verrà nominato un commissario "per le attività relative al patrimonio, compreso quello immobiliare, nonché per la riallocazione delle risorse umane e strumentali presso la Corte dei conti e per gli altri adempimenti conseguenti alla soppressione". Tradotto significa che gli attuali costi del CNEL non verranno di fatto eliminati ma semplicemente trasferiti ad altro ente.
Come già detto nel precedente post è chiaro che una riforma della costituzione è necessaria, soprattutto in considerazione delle riforme e delle leggi confusionarie fatte recentemente dalla classe politica.
Alla luce di quanto visto tuttavia appare, almeno al sottoscritto, abbastanza evidente che la riforma proposta mischia elementi positivi a punti oscuri di non facile lettura (al di là delle convinzioni di molti attivisti, evidentemente luminari incompresi della giurisprudenza, in realtà spesso ridicole bertucce, che già considerarli primati è far loro un complimento) tanto che persino i costituzionalisti non hanno ancora dato un parere unanime, a veri e propri pasticci.

Altre considerazioni sul metodo comunicativo:
Vale la pena votare una proposta del genere solo perché se ne presenta l'occasione?
E' vero che non ci sarà più occasione di farne un'altra e che quindi bisogna accontentarsi di questa?
E' vero che se vincono i NO si torna indietro di 30 anni?
Ma soprattutto, particolare che sembra sfuggire ai più, concentrati solo esclusivamente nel soppesare le singole parole della riforma: coloro che dovranno completarla con la legge elettorale (ribadisco, la cambiale in bianco) si sono dimostrati degni della fiducia che richiedono?

Perché le parole volano, ma i fatti vengono compiuti dagli uomini, motivo per cui è fondamentale accertarsi che chi vuole fare, non si limiti a promesse o ad annunci, ma sia davvero in grado di fare e fare bene. Altrimenti anche la migliore delle riforme, e questa non lo è neppure lontanamente per stessa ammissione di chi la scritta,  finirebbe in un disastro.

Se posso azzardare un consiglio, votare è importante, andare a farlo informati su cosa si vota con una propria opinione (e non con quella di un attivista sui generis che probabilmente avrà il suo tornaconto personale fosse anche un'auto incensazione, perché poi certi soggetti essendo nulla, si accontentano di poco) lo è altrettanto, ma non è da sottovalutare  (anche se ora si tira indietro), anzi è fondamentale, proprio perché sono gli uomini a fare la differenza, tenere in considerazione chi dovrà rendere la riforma una realtà.



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