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sabato 22 aprile 2017

Le solite bugie di Bagnasco


Poi mi dicono che ce l'ho con la Chiesa Romana.
Ieri il cardinal Bagnasco, è intervenuto, anzi no, ha accettato di parlare della nuova legge sul biotestamento soltanto a voto concluso, per non influenzare a priori il dibattito parlamentare. 
Strano che l'omino in gonnella non sappia che il dibattito parlamentare è appena iniziato. Infatti lo sa, ma da uno che basa la propria vita sulla menzogna, difficilmente ci si può aspettare altro.
In un breve articolo-intervista di Paolo Rodari su Repubblica il cardinal Bagnasco decide di illuminarci con le sue idee. Vediamole e come al solito le analizziamo.
Cosa pensa della legge?
"Rimane un testo nel quale non possiamo riconoscerci, pur rilevando l'impegno con cui alcuni hanno cercato di migliorarne singoli aspetti. Essa rischia di aprire derive pericolose, come è avvenuto con altre leggi; e, comunque, rimane lontana da quell'impostazione personalistica che trova riflesso anche nella Costituzione della nostra Repubblica, che tutela la salute come diritto dell'individuo e interesse della collettività. Invece, questo testo è adatto a un soggetto che si interpreta a prescindere dalle relazioni, considerandosi padrone assoluto di una vita che non si è dato. Inoltre, spezza il legame tra medico e paziente".

Ho sottolineato in neretto alcuni stralci. 
La legge rischierebbe di aprire derive pericolose. Quali? In realtà nessuna, se non quella per cui l'individuo possa rispondere del proprio dolore a sé stesso, anziché doverlo "consacrare" alla causa della chiesa.
La tutela della salute riguarda anche quella mentale. Il dolore è oltre che fisico mentale, per cui quando questo diviene insopportabile non avrebbe alcun senso continuare né per l'individuo, né per i famigliari (cosa c'entra la collettività nel dolore di un malato di Sla o nella non vita di una persona che ha perso le proprie funzioni cerebrali). Si ricorda che in Parlamento si sta parlando di Biotestamento, non di altro.
Che questo testo sia adatto a individui che si considerano padroni assoluti della propria vita bisognerebbe solo capire perché non ci si è arrivati prima. La vita che non si è dato? E chi dovrebbe decidere per me? Dio? Cioè quella cosa indimostrabile che permette a Bagnasco di andare in giro vestito da carnevale evitando di denunciare i preti pedofili perché sarebbe
"un’attenzione verso le vittime e risponde a ciò che i genitori ritengono meglio per il bene dei propri figli. Per noi l’obbligo morale è ben più forte dell’obbligo giuridico, e impegna la Chiesa a fare tutto il possibile per le vittime (da" Il Fatto Quotidiano")
Fino a prova contraria la vita me l'hanno data i genitori, quindi a meno che non possa dimostrare il contrario (e non con idiozie teologiche, ma con fatti), secondo il suo ragionamento dovrebbero decidere i genitori. Altra stupidata: se la vita è un dono (e non lo è), non avrei forse il diritto di fare della mia vita ciò che mi aggrada, rimanendo, come condizione unica, il rispetto altrui?
Il cuore del provvedimento introduce il divieto all'accanimento terapeutico e il riconoscimento del diritto del paziente di abbandonare totalmente la terapia. Condivide questi due punti?
"La Chiesa non ha mai sostenuto l'accanimento, considerandolo una situazione precisa da escludere; l'attenzione alla persona, però, ci porta con altrettanta forza a contestare l'abbandono terapeutico. Il malato chiede di essere accompagnato in ogni momento sia sotto il profilo delle terapie che delle relazioni: questa prossimità fa la differenza".
Chiaro che un uomo di "fede" abbia le sue certezze. 
Ma sono vere? Lo sono per tutti? 
Certo, anche io ho posto alcune condizioni: l'infermità fisica non mi spaventa, quella mentale sì; tanto quanto il dolore. 
Il malato chiede di essere seguito secondo le proprie volontà, e se non corrette per mancanza di informazione, il medico ha il dovere di istruire il paziente se c'è ancora speranza. Ma se il paziente soffre troppo, o smette di essere sé stesso, allora il medico non può ergersi a padrone della vita altrui e deve inchinarsi al volere del suo paziente, garantendogli, al limite , persino una dolce morte.
L'obiezione di coscienza era il punto che stava maggiormente a cuore alla Chiesa?
"L'obiezione di coscienza è un punto qualificante, decisivo, che come tale non è preoccupazione semplicemente della Chiesa, ma di ogni società democratica, che sia realmente rispettosa dell'insindacabilità delle scelte della persona. Naturalmente, anche quando questa libertà fosse garantita, non cambierebbe il nostro giudizio sull'impostazione della legge, non da ultimo in quanto vengono coinvolti aspetti legati alla deontologia professionale. Come non rimanere sconcertati quando il medico viene ridotto a un funzionario notarile, che deve prendere atto ed eseguire, prescindendo dal suo giudizio in scienza e coscienza?".
Qui si toccano vertici di illogicità demenziale. 
L'obiezione di coscienza, secondo il porporato, sarebbe da mantenere in quanto ogni società democratica dovrebbe essere rispettosa dell'insindacabilità delle scelte di una persona. 
Ma come? Io non posso decidere di smettere di soffrire l'inferno in terra, ma tu puoi continuare a fare la tua professione a metà perché sostieni di avere una coscienza? 
Ma come si fa a dare retta ancora a questi residui del più oscuro medioevo?
Che poi, lo scriteriato pensiero che possa essere  più importante la possibile frustrazione di un mezzo medico, piuttosto che il dolore reale di un uomo, soltanto un folle che nasconde i pedofili con la scusa di un obbligo morale verso le vittime poteva elucubralo.
Le cliniche private, ed in particolare quelle cattoliche, convenzionate con il sistema sanitario nazionale, non potranno essere esonerate dall'applicazione delle norme. Come reagisce a questo passaggio?
"Il mancato riconoscimento della peculiarità di tali strutture è una grave lacuna, come è stato rilevato con fondata preoccupazione da diverse realtà. Chiediamo che questa carenza possa essere colmata, nel rispetto della natura di strutture sorte con una precisa missione di cura della vita in ogni suo momento".
Sarebbe invero grave che tali strutture continuino a ricevere soldi da uno Stato Laico qualora non si adeguassero alla Legge. Anzi, è già grave che la maggior parte delle strutture sanitarie siano in mano alla chiesa o ai suoi tentacoli. Perché visto gli scandali di denari girati da questi per ristrutturazione di attici (Bertone) o per acquistare ville in Brasile (nonché auto da 150.000 € e condurre una vita più che da Padre, da Padrino: Don Verzè), non è che questi uomini in gonnella possano tanto fare la morale.
Che poi si sa che uno dei momenti migliori per farsi intestare lasciti è proprio uno degli ultimi, quello della firma per la precisione.

E comunque non si preoccupi tanto il bugiardo Bertone: il suo intervento è arrivato giusto prima della discussione in Senato , dove i numeri sono meno certi.
A volte il caso...


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